05/02/2021 | 00:00
Prima squadra

"SENZA DI LORO, CHE GIOCO È?"

\\"SENZA DI LORO, CHE GIOCO ?\\"

Riportiamo uno stralcio dell'intervista a Pietro Lodi, Direttore Generale del Settore Giovanile e Responsabile dei Progetti Speciali di Feralpisal e da dicembre nel Consiglio Direttivo della DCPS, sul portale della FIGC.

Partiamo dal nuovo incarico come componente del Consiglio Direttivo della Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale. A fine dicembre stato eletto in rappresentanza dei Club della Serie C. Sensazioni?

Le sensazioni sono estremamente positive e molto stimolanti, il coronamento di un percorso iniziato una decina di anni fa in Feralpisal. Mai lontanamente avrei pensato che un giorno si potesse arrivare alla costituzione di una Divisione allinterno della FIGC e far parte del Consiglio Direttivo.

La Feralpisal stata la prima Societ professionistica ad aprire al suo interno dieci anni fa un settore dedicato allattivit calcistica delle persone con disabilit. un motivo dorgoglio in pi questo impegno nella DCPS?

S, siamo stati la prima societ professionistica in Italia ad avere al proprio interno una sezione dedicata a ragazzi con disabilit. Gli obiettivi, nel corso di questi anni, non sono cambiati. Vogliamo trasmettere a questi ragazzi innanzitutto un senso di inclusione sociale, allinterno di un contesto sportivo totale, attraverso il benessere emozionale. Dare la possibilit a ragazzi con disabilit di vivere la passione per il gioco del calcio al pari di migliaia di loro coetanei motivo di grande orgoglio e soddisfazione per tutti noi.

Nel 2015 nasce il progetto Senza di me che gioco , fiore allocchiello del Club verdebl, che Lei segue fin dallinizio. Ci parla di questa esperienza?

Nel corso della mia vita ho avuto modo, durante il periodo universitario e soprattutto durante il mio servizio civile, di approcciarmi alla disabilit. Ho prestato servizio presso lANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilit intellettiva e/o relazionale) allinterno della quale mi occupavo dellinclusione lavorativa dei ragazzi disabili, promuovendo la loro collaborazione e prestazione dopera allinterno di alcune aziende del territorio. Le persone con disabilit, devono avere le stesse possibilit degli altri e i giusti aiuti per poter lavorare, per poter far vedere quali capacit hanno e per ricevere uno stipendio. Da allora molte cose sono cambiate, c pi sensibilit e maggiori riconoscimenti, anche a seguito della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilit. Quello che secondo me ancora manca leducazione alla diversit. Con la Feralpisal, prima che il Covid-19 bloccasse tutto, allinterno del nostro progetto scuola entravamo negli istituti scolastici di Brescia e provincia per divulgare e sensibilizzare i giovani sulla diversit. A molti la diversit spaventa, le persone spesso non sanno come ci si deve rapportare e quando si incontra una persona disabile hanno difficolt ad interagire, spesso fingono di non vederla. Questo succede molto di pi negli adulti che nei bambini, il che vuol dire che molte persone si fanno condizionare sempre di pi dai pregiudizi e dalle considerazioni altrui, perdendo quegli atteggiamenti naturali che ci appartenevano da bambini. Fare qualcosa per gli altri ti riempie lanima, ti fa vivere meglio. Madre Teresa di Calcutta diceva: Quello che noi facciamo solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano sarebbe pi piccolo'."

Al link, l'intervista completa:

https://figc.it/it/paralimpico-e-sperimentale/news/pietro-lodi-feralpisal-senza-di-loro-che-gioco-/

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