06/03/2020 | 00:00
Prima squadra

Capitan Tosi: calcio, studio, montagna e idee chiare..

La nostra intervista a Elisa Tosi, capitana delle Leonesse del Garda, da "EllediG Magazine" di Novembre 2019.


Una carriera, per molte, invidiabile. Pi di ventanni passati sullerba dei campi da calcio. Dai palleggi in strada allA2, fino ad arrivare a vestire la maglia verdebl con la fascia da capitana al braccio: Elisa Tosi, classe 1982. Mestiere: difensore (ma non solo) e leader delle Leonesse del Garda.

Abbiamo fatto una bella chiacchierata, dove Mimo, cos veniva chiamata dalle compagne allinizio della sua longeva carriera per via del suo essere riservata e di poche parole (cosa che a noi, sinceramente, non sembrato!), si raccontata a 360 gradi, tra allenamenti, studio e fisioterapia.

Elisa, a te le bambole non piacevano proprio.Meglio scendere in cortile a prendere un po di aria, giusto?

Esatto, ho iniziato giocando per strada, con i vicini di casa. Tiravo calci al pallone finch non veniva buio. una passione che nata senza motivo, non me lha trasmessa nessuno: arrivata e basta. Di sport, poi, ne ho provati tanti, soprattutto quelli di squadra ma nessuno di questi mi dava ci che il calcio mi ha dato e tuttora mi sta dando. Ormai gioco da 22 anni: posso dire di essere una veterana!

Come ha avuto inizio la tua carriera professionistica?

Allepoca, di squadre femminili non se ne vedevano tante, anzi. Per questo motivo ho iniziato relativamente tardi, a 15 anni. Dopo una breve parentesi a sette, ho sempre giocato a undici, perch per me il calcio quello!

E, in 20 e rotti anni, qualche citt lhai girata.

"La mia prima squadra stata il Guidizzolo, poi s, ho girato in parecchie province: Brescia, Mantova, Bergamo e Verona. Le mie esperienze pi importanti, per, sono state al Porto Mantovano, con cui abbiamo vinto la serie B, poi il Mozzanica, con cui ho giocato, oltre che in B, in A2. Qualche annetto lho fatto a buoni livelli.

Poi, lapprodo sulle sponde del Garda.

Ho abbandonato lagonismo definito da A e B perch, con il lavoro, era per me impensabile fare 70 km per andare a giocare, non ci stavo pi dietro e quindi ho preferito avvicinarmi a casa. Sono alla Feralpisal da quando nata la squadra, e ormai sono qui da tre anni."

So che ci sono stati dei grandi cambiamenti questanno. Da capitano, come vedi lambiente?

S, abbiamo cambiato tante ragazze questanno, in una decina se ne sono andate ma sono arrivate molte ragazze di qualit e che conoscono bene la categoria. Non siamo tante a livello numerico, ma qualitativamente siamo ben attrezzate, questo s. Inoltre, ci sono le ragazze della nostra juniores: allinizio si allenavano a rotazione con noi, adesso ce ne sono 3 o 4 praticamente in pianta stabile. Stanno crescendo anche loro e anche se bisogner avere un po di pazienza perch c bisogno, comunque, di una certa preparazione, si stanno comportando veramente bene.

Che impatto ha avuto questo cambiamento?

Non siamo partite bene questanno; abbiamo sofferto il salto di categoria e il ricambio di tante ragazze e quindi ci sono servite un po di partite per riuscire a trovare lequilibrio giusto. Il gruppo, tuttavia, veramente buono e ci troviamo benissimo, infatti nelle ultime settimane siamo riuscite ad invertire il trend e questo grazie allattitudine della squadra. Mettiamo sempre in campo tutto quello che abbiamo: grinta, aggressivit agonistica e voglia di vincere, e i risultati non hanno tardato ad arrivare e sono stati fondamentali sia per la classifica, sia (e soprattutto) per il morale. Guardare adesso la classifica non giusto, perch come detto abbiamo avuto le nostre difficolt, ma adesso giocheremo tutte le partite come fossero delle finali e quello che succeder, succeder. Noi daremo sempre il massimo.

Questo, anche grazie al gruppo di collaboratori che, come ho gi avuto modo di vedere, sono sempre l per voi.

Stiamo lavorando veramente bene sin dal primo giorno. Lo staff, che tiene a noi in modo indefinibile, ci mette nelle migliori condizioni possibili per esprimerci al meglio e c impegno massimo da parte di tutti. Questo, in tante realt calcistiche che ho vissuto, non lho mai visto da nessunaltra parte. Ci tengo a sottolineare quanto siano straordinarie tutte le persone che lavorano con noi e per noi, sia a livello di preparazione, ma anche e soprattutto a livello personale. C un clima stupendo ed molto pi facile lavorare con persone che stimi. Un grazie sincero al nostro club."

Oltre al calcio, so che ti piace parecchio studiare!

Prima ho studiato scienze motorie, adesso sono laureata in fisioterapia e questa la mia occupazione principale, in pi sono allultimo anno di osteopatia.

E quando non devi dividerti tra il campo da calcio e la fisioterapia, come ti distrai?

Tra lavoro, allenamenti e domeniche impegnate da 22 anni non riesco a coltivare tanti hobbies, purtroppo. Quando non gioco a calcio, lavoro, quindi di tempo purtroppo non ne ho tantissimo afferma ridendo ma amo viaggiare. Due o tre volte lanno riesco a scappare in qualche parte del mondo, fortunatamente. Poi, amo la montagna: la mia idea di estate. Passeggiate al fresco, altro che spiagge affollate!

Negli ultimi anni il calcio femminile arrivato ad avere sempre pi importanza anche in Italia. Pensi che la direzione sia quella giusta?

Sicuramente. Il calcio femminile in Italia sta crescendo tanto, soprattutto da quando le societ professionistiche di serie A e B hanno creato e dato sempre pi importanza ai reparti femminili. Inoltre, quasi tutte le societ femminili, anche quelle minori delleccellenza e della promozione, hanno cominciato ad allestire al loro interno anche i settori giovanili. Sono dei passi avanti importantissimi. Non siamo ancora ai livelli di altre realt europee, o come quelle di Stati Uniti e Giappone, per citarne alcune, ma guarda anche solo la Nazionale: agli ultimi mondiali siamo andate ben sopra le aspettative. Anche a livello di club, Juventus, Fiorentina, ma anche lo stesso Brescia di qualche anno fa, stanno alzando lasticella. La strada sicuramente quella giusta per arrivare ai livelli che il calcio femminile merita.

Ha gi cominciato a rimbalzarti in testa lidea di smettere o ti vedremo ancora qualche anno sui campi da calcio?

Sono arrivata ad un punto dove valuto di anno in anno. Mi sempre andata bene perch non sono mai stata soggetta ad infortuni gravi e fisicamente riesco ancora a rendere. Ho dato tanto al calcio e lui ha fatto altrettanto con me e adesso ho la fortuna di poter decidere io quando smettere, anche se so che sar un momento veramente difficile, che sia fra uno, cinque o dieci anni. Dopo cos tanto tempo so gi che verr a mancare qualcosa di fondamentale.

E dopo aver appeso gli scarpini al chiodo? Non hai mai pensato ad una carriera alla Carolina Morace?

In passato, quando ero ancora studentessa, ho allenato a livello di giovanili maschili. Da quando ho iniziato a lavorare, per, difficile se non impossibile con le tempistiche. Pensare di allenare una squadra femminile, per me, difficile: devi essere a disposizione a 360 gradi, dagli allenamenti alla sfera psicologica. un impegno non da poco. Come detto, mi sto specializzando in diversi studi, quindi so gi quale sar la mia strada.

Pensaci bene Elisa, perch il calcio femminile ha bisogno di ragazze come te! Un grandissimo in bocca al lupo a te e a tutta la squadra delle Leonesse.

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